Rapporto di Save the Children “Il Prezzo della Speranza”: a rischio l’istruzione di bambini rifugiati

Circa la metà dei rifugiati del mondo è ospitata da 14 Paesi a basso e medio reddito. Le risorse economiche destinate agli interessi sul debito estero da questi 14 Paesi potrebbero garantire per quasi cinque anni l’istruzione di milioni di bambini rifugiati.

Così, gli oneri del debito minacciano la capacità di questi Paesi di finanziare adeguatamente l’istruzione delle bambine e dei bambini rifugiati. Questa situazione è poi destinata ad aggravarsi ulteriormente con l’aumento del numero di persone costrette a fuggire a causa di violenze, conflitti, fame o emergenze climatiche.

È quanto emerge dal rapporto “Il Prezzo della Speranza“ (The Price of Hope), pubblicato da Save the Children in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, celebratasi il 20 giugno, il quale lancia l’allarme sul rischio che a una generazione di bambine e bambini rifugiati venga preclusa l’istruzione necessaria per ricostruire il proprio futuro.

Secondo quanto riferito da Save the Children, l’istruzione è una delle aree umanitarie meno finanziate: nel 2021 ha ricevuto solo il 3,1% dei fondi umanitari globali, sufficienti appena a coprire il 22% degli appelli di sostegno economico all’istruzione.

Nel rapporto poi si segnala che, a livello globale, le bambine e i bambini rifugiati sono concentrati in modo sproporzionato nei Paesi a basso e medio reddito, dove vi sono già sistemi educativi in difficoltà nel soddisfare le esigenze degli studenti e un’elevata povertà di apprendimento.

Vi è pertanto un pericolo reale e presente che una generazione di bambine e bambini rifugiati venga privata dell’istruzione, ossia della speranza e dell’opportunità più importante per costruirsi un futuro migliore.

Infine, tra le principali criticità evidenziate nel rapporto si sottolinea:

  • Il 70% delle bambine e dei bambini sotto i 10 anni che già vivono in questi Paesi non sono in grado di leggere e comprendere un testo semplice; tale percentuale arriva al 89% nei Paesi dell’Africa Sub-Sahariana, che si stima ospitino un terzo della popolazione rifugiata nel mondo. 
  • Più della metà di tutti i Paesi a basso reddito a livello globale sono attualmente in difficoltà o ad alto rischio di indebitamento, il che significa che i sistemi educativi già in difficoltà rischiano di peggiorare per un gran numero di bambini rifugiati.
  • In tutto il mondo, le bambine e i bambini rifugiati perdono mediamente tre o quattro anni di scuola a causa dello sfollamento forzato e, nonostante i progressi nel numero di studenti rifugiati iscritti a scuola, il continuo aumento degli spostamenti dovuti a conflitti, crisi alimentare e cambiamenti climatici fa sì che circa la metà dei bambini rifugiati rimanga del tutto fuori dal sistema scolastico.

Il rapporto è disponibile sul sito di Save the Children, alla sezione “Pubblicazioni“.

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