Divari tecnologici e difficoltà nell’accesso alla didattica a distanza: una limitazione delle opportunità educative

La pandemia, senza dubbio, ha avuto conseguenze immediate sulla vita di ciascuno di noi, ma gli effetti indiretti più gravi dell’emergenza Covid-19 si stanno ripercuotendo sui minori, sulle loro vite e sul loro futuro: in particolar modo, sono stati i bambini e le bambine più vulnerabili, provenienti da famiglie o contesti maggiormente svantaggiati, a veder aumentare la propria condizione di marginalità.

In questo senso, la pandemia ha agito da lente d’ingrandimento sul tema delle disuguaglianze. Uno dei tanti volti che tali disuguaglianze vengono ora ad assumere è quello del divario tecnologico.

L’emergenza sanitaria in corso, con la chiusura delle scuole e lo spostamento della didattica online, infatti, ha messo in evidenza l’importante divario presente nel nostro Paese nell’accesso alle tecnologie e agli strumenti per la didattica a distanza.

A soffrire maggiormente per questa situazione sono stati tutti quei bambini e ragazzi che, non disponendo di strumenti tecnologici o di connessioni, non sono riusciti ad aver accesso alla didattica a distanza e a rimanere al passo con gli altri studenti.

Come confermato anche da un recente Report dell’Istat, infatti, molti ragazzi hanno avuto difficoltà a misurarsi con la nuova dimensione della didattica online, imposta dalla chiusura improvvisa delle scuole. In particolare, secondo i dati dell’Istat si stima che in Italia, durante il lockdown, circa 3 milioni gli studenti di età compresa tra i 6 e i 17 anni (il 45,4%) avrebbero incontrato difficoltà nella didattica a distanza, per carenza o inadeguatezza di strumenti informatici in famiglia.

Gli ultimi dati Istat evidenziano che, negli anni 2018-2019, il 12,3% dei minori in età scolastica (pari a 850 mila) non dispone di computer o tablet a casa. Tale situazione, poi, risulta particolarmente accentuata nel Mezzogiorno, dove arriva ad interessare il 19% dei ragazzi.

La maggior parte dei minori vive in famiglie in cui è presente l’accesso a internet (precisamente il 96%), tuttavia per garantire la possibilità di svolgere attività come la didattica a distanza è importante anche disporre di una quantità di dispositivi adeguati e sufficienti rispetto al numero dei componenti della famiglia.

A tal proposito, solo il 6,1% dei ragazzi tra i 6 e i 17 anni vive in famiglie dove è presente almeno un computer per ogni componente; mentre il 57% non è dotato di un computer personale da utilizzare, ma deve condividerlo con gli altri componenti della famiglia, a loro volta costretti dallo smart working generalizzato ad un uso prolungato.[1]

La didattica a distanza necessita chiaramente anche di competenze digitali da parte di chi ne usufruisce. In merito a questo, si evidenzia che, nel 2019, tra i ragazzi di 14-17 anni che hanno usato internet negli ultimi 3 mesi, ben due su tre presentano competenze digitali basse o di base; al contrario solo il 30,2%, ossia meno di uno su tre, ha competenze digitali elevate.

Oltre a queste problematiche, un ulteriore fattore che può aver ostacolato la didattica a distanza riguarda la possibilità di disporre di spazi abitativi adeguati e quindi le differenti condizioni abitative dei minori hanno rappresentato un’altra criticità alla base della disuguaglianza di opportunità di crescita e sviluppo per i giovani. Il 41,9% dei minori vive in abitazioni sovraffollate, ossia in condizioni non favorevoli allo studio, che rendono ancor più difficile l’apprendimento a distanza e il 7% dei minori vive in condizioni di disagio abitativo.[2]

In questo preciso momento storico, allora, la scarsa disponibilità di spazi e l’inadeguatezza nelle dotazioni informatiche delle famiglie rappresentano importanti fattori di divario nelle opportunità educative. A vari livelli, questi elementi possono aver causato evidenti difficoltà rispetto alla possibilità di usufruire della didattica a distanza, aggravando ulteriormente le disuguaglianze di molti minori che versavano già in situazioni svantaggiate.

I divari già pre-esistenti, pertanto, hanno avuto e stanno avendo pesanti ricadute sui minori e sul loro percorso scolastico e formativo, limitando le opportunità di accesso all’istruzione e compromettendo, di fatto, il diritto di ogni bambino a studiare, ad imparare, a sviluppare le proprie potenzialità, a nutrirsi di esperienze educative e a crescere.


[1] ISTAT, RAPPORTO ANNUALE 2020. La situazione del Paese, disponibile su: https://www.istat.it/storage/rapporto-annuale/2020/Rapportoannuale2020.pdf

[2] ISTAT, Spazi in casa e disponibilità di computer per bambini e ragazzi, Aprile 2020, disponibile su: https://www.istat.it/it/files//2020/04/Spazi-casa-disponibilita-computer-ragazzi.pdf

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