“La scuola che vorrei”: i risultati della consultazione promossa dall’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza

Gli studenti vorrebbero una scuola diversa, caratterizzata da maggior dialogo e ascolto da parte dei docenti, l’introduzione di un nuovo metodo di insegnamento che vada oltre la didattica frontale, materie innovative più al passo con i tempi, il superamento del concetto di aula tradizionale, ricorrendo anche all’utilizzo di spazi extra-scolastici, il ripensamento dei metodi di valutazione e una sinergia più forte con il territorio.

Sono queste le richieste degli oltre 10 mila giovani tra i 14 e i 18 anni che hanno preso parte alla consultazione pubblica, promossa dall’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, per raccogliere informazioni circa le opinioni, le aspettative, le proposte e i suggerimenti delle nuove generazioni rispetto all’attuale sistema scolastico.

I risultati della consultazione pubblica sono raccolti nel Rapporto La scuola che vorrei, disponibile sul sito dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza.

«Una consultazione pubblica tra le persone di minore età su La scuola che vorrei – si legge nell’introduzione del Rapporto – trova fondamento nella convinzione che i cambiamenti strutturali e istituzionali debbano avvenire non solo sulla base dei convincimenti degli adulti, ma anche a partire dalle visioni e dalle proposte di chi è diretto destinatario del servizio educativo e di istruzione, quindi a partire dagli studenti».

Cinque i temi, contenuti in un questionario costruito grazie all’apporto della Consulta delle ragazze e dei ragazzi dell’Autorità garante, attorno ai quali si è sviluppata la consultazione: spazi, didattica, tecnologie, valutazione e territorio.

In merito agli ambienti, i ragazzi che hanno partecipato alla consultazione chiedono spazi laboratorio per l’apprendimento sul campo (36%) e ambienti organizzati in funzione delle attività da svolgere (21%). Inoltre, per il 42% di loro sarebbe importante avere o valorizzare spazi extra-scolastici come ad esempio musei, biblioteche e impianti sportivi.

Dal punto di vista della didattica, tra le azioni per migliorare l’apprendimento, il 73,7% dei ragazzi intervistati considera molto importante un maggiore dialogo tra docenti e studenti, attraverso momenti dedicati all’ascolto e allo scambio di opinioni, e una simile percentuale (il 73,3%) attribuisce notevole importanza al miglioramento del benessere scolastico in generale. Anche il superamento del metodo di insegnamento frontale a favore di uno che permetta una maggiore interazione è giudicato un aspetto estremamente importante dal 58,3% dei rispondenti.

Per migliorare il piano di studi, l’85,3% riconosce poi l’importanza di affiancare a un gruppo di insegnamenti comuni alcune materie a scelta, mentre l’82,5% sottolinea l’esigenza di semplificare i programmi e di aggiungere discipline innovative più al passo con i tempi; tra queste le più gettonate sono: lingue straniere con docenti madrelingua (56,9%) e l’educazione in ambiente digitale (50,6%).

Rispetto all’utilizzo delle tecnologie in ambito scolastico, oltre l’80% del campione intervistato ritiene che le nuove tecnologie dovrebbero essere trasversali a tutte le materie e gli insegnamenti.

In tema di voti e giudizi, i risultati della consultazione mettono in luce l’esigenza di superare l’attuale sistema di valutazione, attribuendo maggior valore all’impegno e alle capacità degli studenti. In particolare, per il 36% dei ragazzi nelle valutazioni andrebbe valorizzato il riconoscimento dell’impegno dimostrato dallo studente, per il 29% si dovrebbe tenere conto anche delle diverse capacità dei ragazzi, e per il 21% la valutazione dovrebbe essere articolata attraverso differenti strumenti, come ad esempio voti accompagnati da giudizi.

Complessivamente, oltre la metà degli studenti (il 58,2%) concorda sul fatto che promozioni e bocciature andrebbero riviste in quanto fanno riferimento a un modello di scuola oramai superato (il 26,4% si dichiara abbastanza d’accordo e il 31,8% pienamente d’accordo). Per prevenire ed evitare le bocciature, il 78,3% riconosce che sarebbe necessario un maggior dialogo tra studenti, docenti e genitori.

Infine, per quanto riguarda il rapporto tra scuola e territorio, il 94% del campione ritiene importante la collaborazione tra istituti scolastici e territorio. Rispetto alle azioni da mettere in atto per promuovere una maggiore integrazione tra scuola e territorio, secondo il 62% bisognerebbe rendere fruibili spazi sportivi e culturali alle comunità locali anche al di fuori dell’orario scolastico, mentre il 55% considera utile attivare collegamenti tra la scuola e le associazioni o le imprese esterne, così come realizzare progetti di alternanza scuola-lavoro, per valorizzare gli studenti nel loro territorio.

Nel complesso, il quadro che emerge dai risultati della consultazione mostra che «gli studenti appaiono credere ancora nell’istituzione scuola, intravedendo ampi margini di miglioramento del sistema».

Senza dubbio, le proposte avanzate dagli studenti richiedono tempo e risorse. Tuttavia, «la speranza è che si possa far tesoro dei suggerimenti proposti dai ragazzi per avviare un percorso di rinnovamento e di costruzione di un nuovo modo di fare scuola».

Il Rapporto “La scuola che vorrei” è consultabile sul sito dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, al seguente link.

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