21 marzo – Giornata internazionale per l’eliminazione della discriminazione razziale: l’importanza di educare le nuove generazioni

Il 21 marzo ricorre la giornata internazionale per l’eliminazione della discriminazione razziale, proclamata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1966, con la Risoluzione A/RES/2142 (XXI), sottolineando la necessità di un maggiore impegno per eliminare tutte le forme di discriminazione razziale.

La data della ricorrenza è stata scelta in commemorazione di un triste episodio noto come “il massacro di Sharpeville”, la giornata più sanguinosa dell’apartheid in Sudafrica, quando, il 21 marzo 1960, la polizia aprì il fuoco contro un gruppo di manifestanti di colore, uccidendo 69 persone e ferendone più di 180.

Il razzismo e l’intolleranza sono alla base delle più gravi violazioni dei diritti umani e rappresentano il principale ostacolo alla pace, alla giustizia, al progresso dell’umanità e al raggiungimento di una pacifica ed equa convivenza sociale.

Questa giornata, allora, rappresenta un’importante occasione per sostenere il diritto di ciascun individuo di vivere con dignità la propria vita, senza subire discriminazioni, per ribadire l’importanza dell’uguaglianza tra tutti gli esseri umani, come principio cardine della nostra società, sancito anche dalla nostra Costituzione, e per richiamare la responsabilità comune di promuovere e tutelare questo ideale.

Il diritto all’uguaglianza e alla non discriminazione rappresentano il fondamento delle leggi sui diritti umani. L’articolo 1 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (1948) stabilisce che “Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza“. Inoltre, l’articolo 2 ribadisce che i diritti umani sono validi per tutti, senza discriminazioni, recitando: “Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella presente Dichiarazione, senza destinazione alcuna per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altra genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione”.

Il diritto alla non discriminazione rappresenta anche uno dei quattro principi cardine della Convezione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, sancito dall’art. 2, in base al quale si afferma che tutti i diritti enunciati nella Convenzione devono esser garantiti ad ogni minorenne, “senza distinzione di sorta e a prescindere da ogni considerazione di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o altra del fanciullo o dei suoi genitori o rappresentanti legali, dalla loro origine nazionale, etnica o sociale, dalla loro situazione finanziaria, dalla loro incapacità, dalla loro nascita o da ogni altra circostanza” e che gli Stati sono chiamati ad impegnarsi nella tutela delle persone di età minore contro ogni forma di discriminazione.

Purtroppo, però, molte persone, ancora oggi, subiscono episodi di discriminazione a causa del colore della pelle, della provenienza o della cultura di riferimento.

Secondo i risultati di un sondaggio lanciato sulla piattaforma digitale U-Report di UNICEF, ben il 79% dei giovani intervistati di origine straniera ha raccontato di aver visto o subito pregiudizi razziali da quando è in Italia, a causa del colore della pelle (58%), della lingua (12%) o della situazione economica (7%). Allo stesso tempo, il 44% dei rispondenti di nazionalità italiana ha confessato di tendere ad identificare il colore della pelle con l’essere migrante e il 63% condivide l’idea che tutti e tutte abbiamo dei pregiudizi razziali.

Proprio in questa Giornata, cogliamo l’occasione per sottolineare che l’educazione riveste un ruolo di assoluta centralità per promuovere una cultura basata sull’uguaglianza e sulla convivenza pacifica fra i popoli, nonché per costruire un mondo in cui nessuno si senta relegato ad una condizione di inferiorità.

È essenziale, allora, educare bambine e bambini, sin dai primi anni di vita, contro ogni tipo di discriminazione, stimolando una maggior consapevolezza sul tema e favorendo una cultura rispettosa di tutte le differenze, insegnando loro a valorizzare la diversità, non considerandola come un limite bensì quale risorsa e occasione di arricchimento e di crescita individuale e collettiva, che deve essere rispettata.

Soprattutto nel mondo della scuola, diviene importante diffondere e promuovere il tema dell’inclusione e del ripudio di ogni forma di discriminazione, poiché proprio nel contesto scolastico dilagano comportamenti discriminatori, episodi di emarginazione o bullismo nei confronti di bambini e adolescenti di origine straniera, che comportano un grave rischio di esclusione sociale.

Per questo, è fondamentale instaurare nelle classi un clima positivo, di dialogo, di apertura e di incontro, che porti ad un arricchimento reciproco, promuovere ambienti inclusivi, favorire possibilità di scambio e di confronto tra gli studenti, basate sul rispetto delle diversità, stimolare e accompagnare alla conoscenza e all’esplorazione di altre culture, sensibilizzare ragazze e ragazzi a riconoscere e superare concretamente eventuali stereotipi o pregiudizi.

La scuola poi svolge un ruolo particolarmente significativo, in quanto offre quotidianamente occasioni educative per sperimentare il valore della diversità e rappresenta così un canale privilegiato dove costruire uno spazio di scambio tra sistemi culturali differenti e dove imparare a vivere con l’altro nel pieno rispetto reciproco.

I bambini che crescono oggi interiorizzando i principi fondamentali e universali dell’uguaglianza, della solidarietà e della non discriminazione, diventeranno gli adulti consapevoli e inclusivi del domani.

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