10 settembre – Giornata mondiale per la prevenzione del suicidio. Allarme suicidi tra i giovani: nel 2021 record di richieste di aiuto a Telefono Amico Italia. Fondamentale la prevenzione

Il 10 settembre di ogni anno ricorre la giornata mondiale per la prevenzione del suicidio, (World Suicide Prevention Day o WSPD), istituita a partire dal 2003, con l’obiettivo di aumentare la consapevolezza che il suicidio è un fenomeno che può essere prevenuto e promuovere una maggiore conoscenza delle strategie di prevenzione, al fine di ridurre il numero di suicidi e tentativi di suicidio a livello globale.

Come ampiamente denunciato, la pandemia ha avuto un impatto significativo sul benessere psicologico e sulla salute mentale dei più giovani: le restrizioni alla libertà, lo stato di isolamento sociale imposto dal periodo di lockdown, l’indebolimento delle reti sociali, la perdita di relazioni, la chiusura degli istituti scolastici e una situazione di prolungato stress e di forte incertezza hanno inciso pesantemente sull’equilibrio psicologico di bambini e adolescenti, amplificando alcuni disturbi preesistenti e favorendo anche l’insorgenza di nuovi casi.

In questo senso, numerosi sono stati gli allarmi lanciati a più riprese dai professionisti del settore, i quali hanno denunciato un preoccupante e drastico aumento dei disturbi mentali da parte di bambini e adolescenti e un netto incremento delle richieste di aiuto. In particolare, come riferito dagli esperti, oltre ai disturbi alimentari, tra i giovani è cresciuto vertiginosamente anche il numero dei casi di autolesionismo e di tentato suicidio.

Altrettanto allarmanti i dati diffusi dal Telefono Amico Italia, in occasione della Giornata internazionale per la prevenzione del suicidio, dai quali emerge che le segnalazioni legate al suicidio non hanno mai raggiunto cifre così elevate come nel 2021. Nello specifico, sono state quasi 6.000 le richieste d’aiuto ricevute da Telefono Amico Italia nel corso del 2021 da parte di persone attraversate dal pensiero del suicidio o preoccupate per il possibile suicidio di un proprio caro. Si tratta di numeri poco rassicuranti, soprattutto se si considera che le richieste sono aumentate del 55% rispetto al 2020 e sono quasi quadruplicate rispetto al 2019, ossia prima della pandemia.

A destare forte preoccupazione è poi il dato relativo ai giovani: il 28% delle richieste d’aiuto, arrivate alla linea telefonica o nella chat di WhatsApp di Telefono Amico Italia, ha visto come protagonisti giovani under 26.

Anche nel 2022 non sembrano intravedersi miglioramenti: nel primo semestre dell’anno si registrano già più di 2.700 richieste d’aiuto e il 28% di queste proviene da giovani sotto i 25 anni.

Tuttavia, non si tratta che della punta dell’iceberg: a completare il quadro restituito da Telefono Amico Italia, si aggiungono, infatti, anche i dati Istat, secondo cui nel 2021, in Italia, sono 220mila i ragazzi tra i 14 e i 19 anni insoddisfatti della propria vita e, allo stesso tempo, in una condizione di scarso benessere psicologico.

I dati diffusi da Telefono Amico Italia in merito all’innalzamento delle richieste di aiuto da parte dei giovani permettono così di far luce e richiamare l’attenzione su un fenomeno spesso trascurato.

Si sottolinea, invece, che l’incidenza del suicidio è particolarmente grave tra i giovani: è proprio in questa fascia d’età che si verifica la percentuale più alta di decessi.

Stando anche ai dati rivelati nel rapporto “La condizione dell’infanzia nel mondo 2021 – Nella mia mente: promuovere, tutelare e sostenere la salute mentale dei bambini e dei giovani“, pubblicato dall’Unicef, ogni anno circa 46mila ragazzi tra i 10 e i 19 anni si tolgono la vita, circa uno ogni undici minuti. In tutto il mondo, il suicidio costituisce la quinta causa di morte più comune tra gli adolescenti dai 10 ai 19 anni e la quarta per i ragazzi di età compresa tra i 15 e i 19 anni, ma diventa la terza più comune per le ragazze nella stessa fascia d’età. In Europa occidentale, invece, è addirittura la seconda causa di morte tra gli adolescenti dai 15 ai 19 anni, dopo gli incidenti stradali.

Questi dati uniti al forte incremento delle richieste di aiuto rendono, allora, ancora più urgente focalizzarsi e porre attenzione all’aspetto della prevenzione. In questo senso, proprio per prevenire il fenomeno, si evidenzia l’importanza di sensibilizzare tutta la popolazione affinché ognuno sia in grado di riconoscere e cogliere eventuali segnali d’allarme, in modo da poter a identificare le persone a rischio e agire per tempo.

Nello specifico, come indicato dagli esperti, tra i segnali cui prestare particolare attenzione vi sono: le comunicazioni verbali e, in particolare, le verbalizzazioni di autosvalutazione e negativismo estremi (frasi come «a che serve vivere» o «non ce la faccio più» non dovrebbero essere mai sottovalutate); cambiamenti affettivo-comportamentali, tra cui soprattutto la chiusura e il ritiro sociale dagli amici e dagli affetti, o ancora l’alterazione delle abitudini, ad esempio quelle del sonno (sonno disturbato, insonnia o ipersonnia) rappresentano un’importante spia da tenere sotto controllo ma anche l’aumento del consumo d’alcool; cambiamenti d’umore; demotivazione, disinvestimento o perdita di interesse per attività, oggetti, persone; autolesionismo.

In presenza di questi segnali, risulta fondamentale riuscire ad avvicinarsi in maniera empatica alla persona in difficoltà, non lasciarla sola e portarla all’attenzione di un operatore della salute mentale. D’altro canto, è essenziale anche parlare con i ragazzi e prestare loro ascolto, permettendogli di dar voce alle proprie sofferenze e fragilità, in quanto proprio quest’ultimo è un elemento fondamentale in materia di prevenzione.

Infine, si sottolinea che, per ridurre drasticamente il rischio suicidario in età adolescenziale, alcuni importanti fattori protettivi da tenere in considerazione possono essere: la presenza di una buona comunicazione tra adolescente e figure di riferimento, il rafforzamento dell’autostima e lo sviluppo di una maggiore capacità di espressione delle emozioni. Insieme a questi elementi, risulta poi altrettanto fondamentale la rete sociale, inclusa la scuola, e un favorevole ambiente familiare. Dal punto di vista della salute mentale, infatti, la famiglia e la scuola, così come la presenza di figure di riferimento che si prendono cura dei ragazzi e l’instaurazione di relazioni positive tra coetanei rappresentano importante risorse.

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