21 settembre – Giornata Internazionale della Pace. La guerra continua a privare milioni di bambini dell’infanzia che gli spetterebbe

Il 21 settembre si celebra la Giornata Internazionale della Pace, istituita il 30 novembre 1981 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite con la Risoluzione 36/67 e nata dalla volontà di creare un giorno all’insegna della pace globale e della non violenza.

Nella risoluzione che istituisce la Giornata, le Nazioni Unite invitano tutti gli Stati membri dell’ONU, le organizzazioni governative e non e i singoli individui a rispettare la cessazione delle ostilità e a commemorare l’evento attraverso la promozione di azioni educative e di sensibilizzazione sul tema della pace.

Nel mondo attuale ancora tristemente dilaniato da guerre, conflitti e violenze, questa Giornata rappresenta un’importante ricorrenza, per promuovere il valore della pace e della non violenza, ma anche per riaccendere i riflettori e tenere alta l’attenzione su tutte le guerre ancora in corso, da quelle più note e mediaticamente diffuse, fino ai conflitti che riguardano tantissime minoranze e che vengono meno veicolati attraverso i principali mezzi di informazione, poiché – come sottolineato da Save the Children il primo passo per la fine delle ostilità risiede proprio nella consapevolezza comune che ogni guerra è sempre ingiusta.

Il tema scelto per la Giornata Internazionale della Pace del 2022 è “Porre fine al razzismo. Costruisci la pace”. Così, in questa Giornata, le Nazioni Unite invitano tutti i popoli a deporre le armi e a riaffermare il loro impegno a vivere in armonia gli uni con gli altri.

“Rinnoviamo il nostro appello a tutte le persone affinché non si limitino solamente a deporre le armi. Esortiamo tutti a rinnovare i legami di solidarietà che condividiamo in quanto esseri umani e a mettersi al lavoro per costruire un mondo migliore e di pace” ha affermato il Segretario Generale delle Nazioni Unite, António Guterres, nel messaggio diffuso per la Giornata che si celebra oggi.

In occasione di questa ricorrenza, il nostro pensiero va anche a tutte quelle bambine e quei bambini che vivono in aree di conflitto e che crescono non conoscendo nulla al di fuori della guerra, senza l’opportunità di studiare e di coltivare i propri sogni e talenti, costretti a confrontarsi con tutte le paure, gli orrori e le sofferenze che questa tragica esperienza comporta.

Milioni di minori si trovano ancora a subire gli effetti devastanti della guerra, soggetti a condizioni di vita drammatiche, segnate da povertà, malnutrizione e mancanza di accesso all’istruzione. Proprio a causa della guerra, bambine e bambini sono spesso obbligati a patire la fame, a lasciare la propria casa o a fuggire dal proprio paese d’origine, esposti anche al rischio concreto di subire gravi danni e violenze di vario genere, con forti ripercussioni anche per la loro salute fisica e mentale.

Oltre a mettere a repentaglio la loro vita, la loro salute e il loro benessere, la guerra, quindi, sta brutalmente continuando a sottrarre a milioni di bambini l’infanzia che gli spetterebbe, violando i loro diritti più fondamentali, privandoli della possibilità di costruirsi il futuro che desiderano e di realizzare i propri sogni, minando alla radice le loro opportunità di sentirsi protetti e al sicuro, nonché di crescere coltivando le proprie aspirazioni, come ogni bambina e bambino al mondo dovrebbe poter fare.

 “Ci sono cose da non fare mai, né di giorno né di notte, né per mare né per terra: per esempio, la guerra”

Gianni Rodari

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