L’8 marzo si celebra la Giornata Internazionale delle Donna: un’occasione per riflettere sulla condizione femminile e in particolare sulla situazione di grande svantaggio e sulle molteplici discriminazioni e disuguaglianze che milioni di donne e bambine, in tutto il mondo, sono costrette a subire ogni giorno.
Allo stesso tempo, questa ricorrenza rappresenta anche un’opportunità per richiamare l’attenzione sulla centralità dei diritti delle donne, nonché sulla necessità di promuovere la loro emancipazione e favorire la parità di genere, al fine di garantire a ogni bambina, ragazza, donna pari opportunità e il pieno rispetto di tutti i suoi diritti, affinché possa costruirsi il futuro che desidera.
Ancora oggi, in ogni parte del mondo, donne e ragazze continuano a essere vittime di violenze e discriminazioni: stereotipi, disuguaglianze e divari di genere segnano la quotidianità di tantissime ragazze, limitando di conseguenza le loro prospettive future e la possibilità di realizzare i propri sogni e aspirazioni.
Il raggiungimento della parità di genere rappresenta una delle più grandi sfide globali del nostro secolo, nonché uno dei traguardi prioritari fissati nell’Agenda 2030 ONU per lo Sviluppo Sostenibile: in particolare l’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile numero 5 mira a «Raggiungere l’uguaglianza di genere ed emancipare tutte le donne e le ragazze».
Tuttavia, secondo il “Global Gender Gap Report 2022” del World Economic Forum, si stima che serviranno ancora altri 132 anni per colmare il divario di genere globale e raggiungere la piena parità. Pertanto, sebbene si registri un leggero miglioramento rispetto ai 136 anni previsti nel Report del 2021, l’obiettivo della parità di genere rimane ancora molto lontano.
In occasione della Giornata Internazionale della Donna, l’UNICEF ha pubblicato un rapporto dal titolo “Denutrite e dimenticate: una crisi nutrizionale globale per le ragazze adolescenti e le donne” (Undernourished and Overlooked: A Global Nutrition Crisis in Adolescent Girls and Women), nel quale si avverte che le crisi in corso, inasprite dalla persistente disuguaglianza di genere, stanno aggravando una crisi nutrizionale tra le ragazze e le donne, che già mostrava scarsi miglioramenti negli ultimi due decenni.
I risultati del rapporto rivelano che il numero di ragazze e donne in gravidanza e allattamento che soffrono di malnutrizione acuta, dal 2000 ad oggi, è salito da 5,5 milioni a 6,9 milioni, con un amento del 25% nei 12 Paesi più colpiti dalla crisi alimentare e nutrizionale globale.
Inoltre, si evidenzia che, a livello globale, sono oltre un miliardo le ragazze adolescenti e donne che patiscono forme di denutrizione, carenza di micronutrienti essenziali e anemia, con conseguenze devastanti per la loro vita e il loro benessere.
Il rapporto poi rivela che, tra il 2019 e il 2021, il divario di genere nell’insicurezza alimentare è più che raddoppiato, complice l’impatto della pandemia di Covid-19 che ha colpito in modo sproporzionato le donne e le ragazze di tutto il mondo: se nel 2019 le donne malnutrite erano 49 milioni in più rispetto agli uomini, nel 2021 erano ben 126 milioni in più degli uomini.
L’Asia meridionale e l’Africa sub-sahariana sono l’epicentro della crisi nutrizionale tra donne e ragazze, con 2 ragazze adolescenti e donne su 3 sottopeso a livello globale (il 68%) e 3 su 5 con anemia (il 60%).
Come sottolineato nel rapporto, conflitti, cambiamenti climatici, povertà e altri shock economici generano profonde ripercussioni su donne e ragazze e gli impatti combinati delle crisi globali e locali sono destinati a peggiorare ulteriormente la situazione nutrizionale delle ragazze e delle donne adolescenti nel 2023.
«La crisi globale della fame sta spingendo milioni di madri e i loro figli verso la fame e la malnutrizione grave. Senza un’azione urgente da parte della comunità internazionale, le conseguenze potrebbero protrarsi per le generazioni a venire», ha dichiarato il Direttore generale dell’UNICEF Catherine Russell, aggiungendo «Quando una donna non riceve un’alimentazione adeguata, si perpetua la disuguaglianza di genere. Il potenziale di apprendimento e di guadagno diminuisce. Aumenta il rischio di complicazioni pericolose per la vita, anche durante la gravidanza e il parto, e aumentano le probabilità di dare alla luce bambini denutriti».
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