Minori fuori famiglia: a fine 2019 sono 27.608. Diminuiscono gli affidi e aumentano i minori in comunità

Lo scorso 4 agosto il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Andrea Orlando, durante la sua audizione di fronte alla Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività connesse alle comunità di tipo familiare, ha presentato il nuovo report, elaborato nel mese di luglio 2021 dall’Istituto degli Innocenti di Firenze, contenente i dati aggiornati al 2019 sui bambini e ragazzi in affidamento familiare e nei servizi residenziali.

Il report attesta che al 31 dicembre 2019, nel nostro Paese, erano 27.608 i minori collocati fuori famiglia; una cifra considerevole, da cui, peraltro, sono esclusi i numeri relativi ai minori stranieri non accompagnati.

Di questi, 13.555 sono bambini e ragazzi di minore età in affidamento familiare, ossia l’1,4 per mille della popolazione minorile residente in Italia, e 14.053 risultano accolti in servizi residenziali per minorenni.

In base a quanto emerso nel Report, si evidenzia una diminuzione del numero complessivo di minori in affido familiare rispetto al 2017 – anno dell’ultima rilevazione – in cui se ne registravano 14.219.

«Si tratta in realtà di una tendenza di lungo periodo: dopo il boom degli affidi verificatosi con l’entrata in vigore della legge n.149 del 2001 che ne prevedeva la priorità quale strumento di accoglienza per i bambini e ragazzi allontanati dal proprio nucleo familiare, si è progressivamente registrata appunto una diminuzione», precisa il ministro.

Come specificato in un recente articolo pubblicato da Vita, dal confronto con i dati relativi al 2017, si sottolinea che se da un lato sono diminuiti gli affidi familiari, dall’altro è aumentato il numero di minori collocati in comunità, passando dai 12.892 del 31 dicembre 2017 ai 14.053 del 31 dicembre 2019. Inoltre, complessivamente si registra un incremento dei minori fuori famiglia: da 27.111 a 27.608, quindi circa 500 in più nel corso di due anni.

Tra le questioni dirimenti sul tema, il ministro segnala quella della rilevazione dei dati, come sottolineato anche dagli organismi internazionali, dall’Autorità nazionale garante per l’infanzia e l’adolescenza e dalla Commissione europea. In particolare, si mette in luce l’esigenza di un sistema informativo unitario, basato su indicatori uniformi e comuni su tutto il territorio nazionale, per rilevare e monitorare costantemente dati utili, quali: il numero e le caratteristiche dei minori fuori famiglia, delle tipologie del percorso di accoglienza, dei tempi e delle modalità di uscita dallo stesso; il numero e la tipologia delle strutture di accoglienza; il numero e le caratteristiche degli affidatari.

Infine, il ministro conclude affermando che «occorre definire un percorso di avanzamento delle politiche sociali in tema di tutela dei minori fuori famiglia, lungo due direttrici».

Da una parte, come già accennato, si richiama la necessità di definire e implementare un sistema informativo a livello nazionale dei servizi sociali, che permetta di disporre di un censimento dei minori accolti in comunità o in affidamento familiare, sulla base di dati omogenei, confrontabili e aggiornabili in tempo reale, quale base conoscitiva irrinunciabile per valutare non solo l’entità e l’evoluzione del fenomeno, ma anche l’efficacia delle politiche messe in atto.

Dall’altra, bisogna «rafforzare il nucleo delle politiche sociali, attraverso un potenziamento delle risorse dedicate e attraverso una migliore garanzia di adeguatezza e uniformità dei servizi e delle prestazioni sul territorio nazionale. Dobbiamo quindi potenziare quel metodo di collaborazione e di coordinamento tra i diversi livelli istituzionali coinvolti, che consenta di utilizzare al meglio le risorse esistenti sul territorio e che miri ad un’azione non solo riparativa ed emergenziale, ma anche preventiva e promozionale a favore dell’infanzia e dell’adolescenza nel nostro Paese».

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