Bambini un anno dopo il lockdown: indagine SICuPP-Bicocca. Malesseri fisici nel 40% dei bambini 6-10 anni e allarmante diffusione di device digitali personali, anche sotto i 6 anni

Possesso e uso di device digitali in aumento e in età sempre più precoce, con conseguente pervasività di questi strumenti nella vita dei bambini in età scolare.

È quanto emerge dalla seconda edizione della ricerca “Bambini e lockdown, la parola ai genitori, condotta dalla Società Italiana delle Cure Primarie Pediatriche Lombardia (SICuPP Lombardia) in collaborazione con l’Università di Milano-Bicocca e la spin off dell’Università di Milano-Bicocca “Bambini Bicocca“.

A seguito della prima edizione della ricerca, svoltasi a maggio 2020, quindi al termine del primo periodo di lockdown, i ricercatori hanno riproposto, a maggio 2021, allo stesso campione di oltre 3.000 famiglie lombarde coinvolte nella prima indagine, i due questionari online parzialmente differenziati a seconda delle età (bambini di età compresa tra 1-5 anni e tra 6-10 anni), con l’obiettivo di conoscere l’evoluzione del vissuto dei genitori e dei bambini nei mesi successivi al primo lockdown (da settembre 2020 a maggio 2021).

Il quadro che emerge dalla nuova indagine evidenzia alcuni elementi preoccupanti.

In particolare, secondo i risultati del nuovo sondaggio, nei bambini da 1 a 5 anni, i genitori hanno osservato, in questi mesi, una riduzione dell’irritabilità e dei capricci (63% contro l’81% del 2020), anche se un quarto degli intervistati riferisce un sentimento di tristezza/malinconia nei figli.

Alimentazione e sonno continuano a presentare le significative alterazioni riscontrate l’anno scorso: tra le problematiche più incisive si confermano un calo dell’appetito (oltre il 37%) spesso accompagnato da un aumento del consumo di snack (44%) e difficoltà ad addormentarsi (38,6%) con una maggior frequenza di risvegli notturni (oltre il 56%).

Inoltre, sul piano relazionale, ai bambini in età prescolare è pesato molto non giocare con altri bambini (60%) e non poter uscire liberamente (circa il 30%).

Tra i bambini da 6 a 10 anni, invece, è stato riscontrato un nuovo dato, analizzato solo nella seconda edizione dell’indagine, ossia la presenza di disturbi di “malessere” fisico: a soffrirne circa il 40% dei bambini della scuola primaria, in particolare cefalea, mal di pancia, stanchezza, disturbi agli occhi.

Soprattutto per l’età della scuola primaria (6-11 anni), si registra poi un peggioramento del rapporto adulti-bambini (dall’11,4% del 2020 al 21,6% del 2021); un dato in controtendenza con la prima rilevazione del 2020, che testimonia la stanchezza emotiva del sistema-famiglia.

Un altro importante aspetto messo in evidenza dalla ricerca riguarda il digitale, quale elemento sempre più presente nella vita dei bambini.

A tal proposito, dall’indagine emerge un’allarmante diffusione di device personali tra i bambini, anche sotto i sei anni. Il 58,4% dei bambini di 6-10 anni possiede un device digitale personale, con un netto incremento rispetto alla percentuale del 23,5% registrata al primo lockdown e anche l’età si è abbassata: se nel 2020 aveva un cellulare il 9,2% dei bambini tra 1-5 anni, ora ben il 14,5%.

Da ciò ne deriva un forte aumento di utilizzo anche fuori dall’uso prettamente didattico, in particolare per la fascia d’età 6-10 anni (il 52,5%).

A riguardo, i ricercatori segnalano che non sembra neanche essere attivo l’effetto “stanchezza da digitale”; al contrario è possibile ipotizzare una sorta di assuefazione all’utilizzo dello strumento digitale, il quale non è più percepito come qualcosa di “speciale” e occasionale ma diviene l’interfaccia con cui si fa esperienza della vita, dall’apprendimento allo svago.

Di fronte a questo scenario, come afferma Paolo Ferri – docente del Dipartimento di Scienze umane per la formazione presso l’Università di Milano-Bicocca –, occorre formare genitori, insegnanti e bambini ad un uso consapevole, critico e creativo dello smartphone, evitando che quest’ultimo venga rivestito del ruolo di baby sitter.

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