Educazione civica nelle scuole: fondamentale per formare i futuri cittadini. In Italia, conoscenze civiche superiori alla media internazionale ma lontane dal livello dei paesi nord-europei e scandinavi

L’educazione civica rappresenta una componente fondamentale della formazione educativa di bambini e ragazzi, in quanto insegnamento volto a sviluppare e dar forma ai futuri cittadini.

Un interessante approfondimento sul tema curato dall’Osservatorio #conibambini, ha evidenziato che tutti i sistemi educativi dell’Unione europea prevedono nei loro programmi una qualche forma di educazione alla cittadinanza, sebbene con metodi di insegnamento che variano a seconda del paese.

In sostanza, però, si possono individuare tre differenti approcci utilizzati: in alcuni casi l’educazione civica viene approfondita come materia a sé stante, distinta dalle altre discipline; in altri casi il suo insegnamento avviene in modo trasversale alle diverse discipline, per cui tutti gli insegnanti diventano responsabili dell’offerta formativa in questo ambito; in ultimo l’educazione alla cittadinanza viene integrata nel programma di altre materie, in genere quelle umanistiche o relative alle scienze sociali.

A livello europeo risultano preponderanti questi ultimi due approcci, spesso combinati tra loro, dove tutti gli insegnanti sono ritenuti responsabili ma allo stesso tempo vi è anche una attribuzione specifica per alcune materie.

Per quanto riguarda il contesto italiano, l’insegnamento dell’educazione civica risulta obbligatorio in tutti i gradi di istruzione e trasversale alle diverse materie.

In particolare, la legge 20 agosto 2019, n. 92 (“Introduzione dell’insegnamento scolastico dell’educazione civica”) ha previsto, a decorrere dall’anno scolastico 2020/2021, l’introduzione dell’insegnamento obbligatorio e trasversale dell’educazione civica in tutti i gradi di istruzione, a partire dalle scuole dell’infanzia, al fine di contribuire a “formare cittadini responsabili e attivi e a promuovere la partecipazione piena e consapevole alla vita civica, culturale e sociale delle comunità, nel rispetto delle regole, dei diritti e dei doveri” (art. 1, co. 1).

Inoltre, la legge 92/2019 ha stabilito che tale insegnamento dovrà esser valutato con un proprio voto, prevedendo altresì un tempo minimo, non inferiore a 33 ore annue, da dedicare a questo ambito.

In merito ai contenuti, lo studio dell’educazione civica ruota attorno a tre principali assi, che insieme contribuiscono alla formazione di una cittadinanza attiva, pienamente consapevole dei propri diritti e doveri:

  • Costituzione, istituzioni nazionali, europee e internazionali, con un’attenzione anche alla storia della bandiera e dell’inno nazionale, ai temi riguardanti la legalità e il contrasto delle mafie, nonché ad elementi fondamentali di diritto, in particolare relativi alla sfera del lavoro;
  • Sviluppo sostenibile e Agenda 2030, con una formazione incentrata su educazione ambientale, conoscenza e tutela del patrimonio e del territorio, ma anche educazione alla salute, tutela dei beni comuni e principi di protezione civile;
  • Cittadinanza digitale, al fine di dotare ragazzi e ragazze degli strumenti per utilizzare in modo consapevole e responsabile i nuovi mezzi di comunicazione e le tecnologie, aiutandoli a sviluppare un pensiero critico e sensibilizzandoli rispetto ai rischi connessi all’uso delle rete.

La scelta di dedicare parte della didattica a questi aspetti è fondamentale, poiché permette di rendere i giovani studenti pienamente cittadini del mondo di domani.

Inoltre, tali aspetti vengono periodicamente monitorati da alcune rilevazioni internazionali. Tra queste, vi è l’indagine Iea Iccs (International Civic and Citizenship Education Study), una rilevazione dedicata all’educazione civica e alla cittadinanza svolta con cadenza pluriennale (l’ultima è stata nel 2016, la prossima è prevista per il 2022), che mira a verificare la preparazione di ragazzi e ragazze nel diventare futuri cittadini. Il target di riferimento dello studio è composto da ragazze e ragazzi tra i 13 e i 14 anni. L’ultima indagine ha interessato complessivamente 94.000 studenti provenienti da 23 paesi coinvolti, mentre per l’Italia hanno partecipato 3.500 studenti delle terze medie.

I risultati dell’ultima indagine Iea Iccs condotta nel 2016 hanno rivelano che l’Italia in termini di conoscenze civiche si posiziona sopra la media internazionale, con un dato, nel confronto con gli altri paesi dell’Unione europea, pressoché analogo a quello di Paesi Bassi.

Tuttavia, la percentuale registrata rimane ancora lontana dal livello medio raggiunto nei paesi nord-europei e scandinavi, che occupano i primi posti. Se, infatti, in Italia gli studenti con competenze civiche molto basse rappresentano il 7,4%, in Danimarca sono solo il 2,7%.

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