21 settembre – Giornata Internazionale della Pace. Oltre 400 milioni i bambini ancora minacciati dalle guerre: una gravissima violazione dei diritti fondamentali di ogni minore


Il 21 settembre di ogni anno si celebra la Giornata Internazionale della Pace, una ricorrenza istituita il 30 novembre 1981 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite tramite la risoluzione 36/67 e nata dalla volontà di creare un giorno all’insegna della pace mondiale e della non violenza.

Nella risoluzione che istituisce la Giornata, le Nazioni Unite invitano tutti gli Stati membri dell’ONU, le organizzazioni governative e non e i singoli individui a rispettare la cessazione delle ostilità e a celebrare l’evento attraverso la promozione di azioni educative e di sensibilizzazione sul tema della pace.

Questa Giornata è fondamentale in quanto porta ad interrogarci su come trasformare il nostro mondo in un luogo più sicuro, più equo, più sano e aiuta anche a riaccendere i riflettori e far luce sulle guerre ancora in corso e su quelle più dimenticate.

Oggi viviamo in un mondo ancora tristemente afflitto da guerre, conflitti, violenze e la strada da percorrere per raggiungere una pace globale, purtroppo, è molto lunga.

Attualmente sono molti i Paesi travolti da pesanti guerre: a partire da quelle più note e mediaticamente diffuse, come la guerra in Siria e quella in Yemen, fino ad arrivare ai conflitti che riguardano tantissime minoranze etniche o religiose e che vengono meno veicolate attraverso i principali mezzi di informazione.

In occasione di questa ricorrenza, il nostro pensiero va a tutte quelle bambine e quei bambini che crescono non conoscendo che la guerra.

A 40 anni dall’istituzione della Giornata Internazionale della Pace, Save the Children ricorda che, nel mondo, sono oltre 400 milioni i bambini e le bambine che vivono ancora in aree di conflitto, minacciati dalle devastanti conseguenze della guerra. Milioni di minori che si trovano sotto la minaccia delle bombe, con la paura costante di essere uccisi, spesso costretti a patire la fame, nonché a lasciare la propria casa o il proprio paese, tagliati fuori dall’educazione, senza la possibilità di accedere all’istruzione ed esposti al rischio concreto di subire violenze di vario genere, con gravissime ripercussioni anche per la loro salute fisica e mentale.

La guerra sta brutalmente continuando a strappare dalle mani di milioni di bambini l’infanzia che gli spetterebbe, mettendo a repentaglio la loro stessa vita e violando i loro diritti più fondamentali, privandoli così dell’opportunità di costruirsi un futuro e di realizzare i propri sogni, sentendosi protetti e al sicuro.

«Lavorare insieme per un mondo senza guerra è la miglior cosa che possiamo fare per le generazioni future» (Gino Strada).

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