Il 24 gennaio si celebra la Giornata Mondiale dell’Educazione, proclamata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 2018. Si tratta di un’occasione per riflettere sulla centralità dell’istruzione quale diritto umano fondamentale e per sottolineare il ruolo cruciale che essa riveste nella costruzione di società sostenibili e resilienti.
Il tema scelto dalle Nazioni Unite per il 2022 è “Cambiare rotta, trasformare l’istruzione”. In particolare, si evidenzia che in questo momento il mondo si trova ad un punto di svolta. L’impatto devastante della pandemia, le disuguaglianze sempre più accentuate e i cambiamenti climatici che affliggono il nostro pianeta ci pongono di fronte a un’importante scelta generazionale: continuare su un percorso insostenibile o cambiare radicalmente rotta.
Con queste premesse, anche quest’anno si pone così l’accento sulla necessità di migliorare la qualità dell’istruzione, rendendola equa ed inclusiva, poiché in assenza di questi elementi nessun Paese sarà in grado di raggiungere l’uguaglianza di genere né di interrompere il ciclo di povertà che sta penalizzando e lasciando indietro milioni di bambini, bambine, giovani e adulti.
L’educazione è un diritto fondamentale di tutte le bambine e i bambini, sancito dalla Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza del 1989 (articoli 28 e 29).
Anche l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite pone particolare attenzione all’educazione: in particolare, l’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile numero 4 mira a «Fornire un’educazione di qualità, equa e inclusiva, e opportunità di apprendimento continuo per tutti».
Tuttavia, la strada da percorrere per raggiungere questo importante traguardo è ancora lunga: per molti bambini l’istruzione continua ad essere un’utopia.
Senza dubbio, oggi una delle sfide cruciali che ci troviamo ad affrontare riguarda proprio la mancanza di accesso all’istruzione a livello globale e nell’ultimo periodo, questa sfida è stata resa ancora più difficile dall’emergenza del Covid-19.
La pandemia, infatti, ha accelerato la crisi educativa preesistente, mettendo a rischio l’istruzione e minando di conseguenza il futuro delle nuove generazioni.
Oltre ad amplificare lo svantaggio economico, l’emergenza pandemica ha comportato per bambini e adolescenti una deprivazione sul piano educativo, culturale e sociale, dovuta alla prolungata chiusura delle scuole, al confinamento in casa e alla generale riduzione delle opportunità educative e di apprendimento.
La chiusura degli istituti scolastici e la didattica a distanza – peraltro non accessibile per tutti gli alunni – hanno avuto un impatto significativo sui più giovani, aggravando le diseguaglianze sociali e i divari di opportunità per i giovani in condizioni di disagio, inasprendo così l’abisso della povertà educativa e dell’esclusione sociale che investe soprattutto i soggetti più vulnerabili.
Proprio a causa della prolungata interruzione dei percorsi scolastici e formativi, in tutto il mondo, il settore dell’educazione è stato uno dei più colpiti.
Come rileva anche l’ultimo rapporto dell’Unicef dal titolo Preventing a lost decade. Urgent action to reverse the devastating impact of Covid-19 on children and young people (Prevenire un decennio perduto. Azioni urgenti per invertire l’impatto devastante del Covid-19 su bambini e giovani), pubblicato il 9 dicembre 2021, all’apice dell’emergenza pandemica, più di 1,6 miliardi di studenti (circa il 90% del totale degli studenti in tutto il mondo) non andavano a scuola, a causa delle chiusure nazionali e nel primo anno della crisi le scuole sono state chiuse in tutto il mondo per quasi l’80% delle lezioni in presenza.
Secondo quanto evidenziato invece da Save the Children, nel rapporto Build Forward Better sulla situazione educativa dei bambini e delle bambine nel mondo, pubblicato a settembre 2021, già prima della pandemia, a livello globale 258 milioni di bambini e adolescenti – un sesto della popolazione totale in età scolare – non avevano accesso all’istruzione. Tuttavia, si stima che, a causa delle conseguenze economiche del Covid-19, altri 10-16 milioni di bambini rischiano di non tornare più sui banchi di scuola.
I gravi effetti e la scia indelebile lasciata dallo scoppio della pandemia rendono così ancora più cruciale e importante questa ricorrenza e gli obiettivi ad essa connessi.
Ancora oggi, l’educazione rappresenta il più potente strumento per combattere la povertà e le disuguaglianze presenti nelle nostre società, nonché un fattore chiave per promuovere il benessere umano, sostenere lo sviluppo e costruire un mondo più sostenibile, equo e pacifico.
Garantire pari accesso all’educazione vuol dire assicurare ad ogni bambina e bambino il diritto ad un futuro, un mezzo per uscire dalla povertà e costruirsi un domani migliore.
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