15 luglio – Giornata mondiale delle competenze giovanili. Rapporto di Unicef e Education Commission: la crisi delle competenze colpisce i giovani di tutto il mondo

Il 15 luglio ricorre la Giornata Mondiale delle Competenze Giovanili (World Youth Skills Day), istituita nel 2014 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite con la Risoluzione A/RES/69/145, per celebrare l’importanza strategica di dotare i giovani di competenze per l’occupazione, un lavoro dignitoso e l’imprenditorialità.

Si tratta di una ricorrenza volta a valorizzare l’enorme e prezioso potenziale dei giovani, quale risorsa fondamentale per il futuro dell’umanità, richiamare l’attenzione sulle disparità di opportunità delle nuove generazioni e riflettere su come garantire loro un futuro equo e dignitoso.

In questo senso, si sottolinea che soprattutto nello scenario attuale, dominato dai molteplici e rapidi cambiamenti in atto, da un’incertezza verso il futuro e da una sempre maggiore complessità, l’istruzione rappresenta un elemento cruciale per assicurare ai giovani l’acquisizione di tutte quelle conoscenze, abilità e competenze necessarie per adattarsi in modo consapevole alla continua evoluzione della società e del mondo del lavoro.

Tuttavia, occorre evidenziare che oggi una delle principali sfide che ci troviamo di fronte riguarda proprio la mancanza di accesso all’istruzione; una sfida resa ancora più complessa dall’emergenza del Covid-19.

La pandemia, infatti, ha accelerato e esacerbato la crisi educativa preesistente, mettendo a rischio l’istruzione, interferendo negativamente con l’acquisizione delle competenze, causando perdite negli apprendimenti e comportando per bambini e adolescenti una deprivazione sul piano educativo, culturale e sociale, minando così il futuro di tantissimi giovani e aggravando i divari di opportunità.

A tal proposito, Save the Children, nel suo rapporto “Build Forward Better” sulla situazione educativa dei bambini e delle bambine nel mondo, ha messo in evidenza che, già prima dello scoppio della pandemia da Covid-19, a livello globale ben 258 milioni di bambini e adolescenti non avevano accesso all’istruzione.

È preoccupante poi il quadro emerso dal nuovo rapportoRecovering learning: Are children and youth on track in skills development?”, pubblicato dalla Education Commission e dall’UNICEF proprio in vista della Giornata mondiale delle competenze giovanili, il quale fornisce un’analisi sullo sviluppo delle competenze nella prima infanzia, tra i bambini in età di scuola primaria e tra i giovani, rivelando che ci troviamo di fronte ad un crisi dell’apprendimento che colpisce bambini e ragazzi di tutto il mondo.

I dati del rapporto – che peraltro non tengono ancora conto degli impatti della pandemia – segnalano bassi livelli di competenze tra i bambini e i giovani di tutte le fasce d’età; ma la situazione appare ancora più difficile nei Paesi a basso reddito dove i giovani hanno minori probabilità di disporre delle competenze necessarie per esprimere le proprie potenzialità, soprattutto per quanto riguarda le future opportunità di lavoro.

Nello specifico, in base a quanto indicato nel rapporto, quasi tre quarti dei giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni in 92 Paesi non riescono ad acquisire le competenze necessarie per lavorare. Resta poi centrale, ancora una volta, il tema della disuguaglianze: in almeno un Paese su tre a basso reddito con dati disponibili, oltre l’85% dei giovani è lontano dal conseguimento di competenze di livello secondario, digitali e specifiche per il lavoro.

Così, secondo il rapporto, con elevati tassi di giovani fuori dalla scuola e un basso livello di competenze di secondo livello, i Paesi di tutto il mondo stanno affrontando una crisi di competenze, con la maggior parte dei giovani impreparati a partecipare alla forza lavoro di oggi.

«Una generazione di bambini e giovani ispirata e qualificata è fondamentale per la prosperità, il progresso e il successo delle società e delle economie. Tuttavia, per la maggior parte dei bambini e dei giovani di tutto il mondo i sistemi formativi hanno fallito, lasciandoli privi di istruzione, di ispirazione e di competenze – la tempesta perfetta per l’improduttività» ha dichiarato il direttore dell’Unicef per l’Istruzione, Robert Jenkins. «Per affrontare questa crisi – ha poi proseguito – è urgente investire in soluzioni efficaci e comprovate per accelerare l’apprendimento e lo sviluppo delle competenze per la generazione di oggi e per quelle future».

Altri dati provenienti da 77 Paesi, contenuti all’interno del rapporto, rivelano che meno di tre quarti dei bambini di età compresa tra i 3 e i 5 anni hanno uno sviluppo adeguato in almeno tre dei quattro ambiti riguardanti alfabetizzazione-abilità di calcolo, educazione fisica, sfera socio-emotiva e apprendimento. Inoltre, all’età di circa 10 anni, la maggior parte dei bambini nei Paesi a basso e medio reddito non è in grado di leggere e comprendere un testo semplice. È fondamentale, allora, che nessun bambino venga lasciato indietro nel raggiungimento delle competenze di base, dal momento che proprio queste sono gli elementi costitutivi per l’apprendimento successivo e per lo sviluppo delle competenze, si afferma nel rapporto.

In conclusione, di fronte al quadro delineato, oltre a sottolineare la necessità di disporre di dati più ampi sul divario di competenze tra i bambini e i giovani in tutte le fasce d’età, l’UNICEF e l’Education Commission esortano anche i governi a: raggiungere ogni bambino con un’istruzione di qualità e abbattere le barriere che li espongono al rischio di abbandono; valutare i livelli di apprendimento dei bambini e fornire lezioni di recupero su misura; dare priorità alle competenze fondamentali per costruire una solida base per l’apprendimento nel corso di tutta la vita; sostenere la salute e il benessere psicosociale fornendo un supporto olistico.

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