L’impatto delle disuguaglianze sociali sulla dispersione scolastica a seguito della pandemia: un approfondimento di Con i Bambini e Openpolis. La dispersione implicita riguarda il 12% degli studenti svantaggiati, il doppio dei coetanei avvantaggiati

I divari nei risultati scolastici spesso rispecchiano le disuguaglianze sociali di partenza: la famiglia di origine continua così a giocare un ruolo molto importante sul futuro di ragazze e ragazzi. Proprio gli studenti che provengono da famiglie svantaggiate sono, infatti, maggiormente soggetti alla dispersione scolastica.

A denunciarlo è un approfondimento a cura di Con i Bambini e Openpolis, che analizza l’impatto delle disuguaglianze sociali sulla dispersione scolastica a seguito della pandemia.

Come evidenziato all’interno dell’approfondimento, uno degli effetti immediati dell’emergenza da Covid-19 è stato proprio l’aumento della dispersione implicita, ossia della quota di studenti che, pur avendo completato il ciclo scolastico, non raggiungono livelli di competenza adeguati.

In particolare, con la pandemia, il dato relativo alla dispersione implica è cresciuto di circa 2,5 punti tra il 2019 e il 2021: la percentuale di studenti con risultati insufficienti al termine del percorso di studi è infatti passata dal 7,5% del 2019 al 9,8% del 2021.

I dati relativi al 2022, anno segnato dalla progressiva uscita dall’emergenza, mostrano una lieve flessione della dispersione implicita rispetto al 2021, seppur il dato si conferma comunque al di sopra dei livelli pre-pandemici. Nello specifico, la quota di studenti che nel 2022 hanno concluso la scuola superiore con competenze di base inadeguate si attesta al 9,7%.

Tuttavia, si sottolinea che il livello di dispersione implicita varia molto in base all’origine familiare. I dati del 2022 rivelano che all’ultimo anno delle scuole superiori, si trovano in una situazione di dispersione implicita – ossia con competenze di base inadeguate in tutte le materie rilevate nelle prove Invalsi (italiano, matematica e inglese) – ben il 12% degli studenti con Escs sotto la media, ovvero con alle spalle una famiglia di peggior condizione socio-economico-culturale, contro il 5,6% dei coetanei avvantaggiati.

L’impatto delle disuguaglianze è pertanto evidente: tra gli studenti svantaggiati la dispersione implicita incide il doppio rispetto ai coetanei con una condizione familiare sopra la media.

Inoltre, si rileva che la dispersione implicita tra gli studenti svantaggiati risulta in significativo aumento rispetto al periodo pre-pandemico, registrando una crescita di ben 4 punti percentuali negli ultimi tre anni: dall’8% del 2019 la percentuale è salita all’11,8% nel 2021 e ancora al 12% nel 2022, mentre per gli alunni avvantaggiati tra il 2021 e il 2022 è rimasta stabile al 5,6%.

Se, quindi, si può osservare che la dispersione implicita nel 2022 sia calata lievemente rispetto all’anno precedente, ciò non si è verificato tra gli studenti più svantaggiati.

Infine, nell’approfondimento vengono esaminate anche le disuguaglianze territoriali nella dispersione scolastica. A tal proposito, prendendo in considerazione i dati relativi al 2022, si evidenzia che le regioni dove la quota di studenti di quinto superiore con competenze inadeguate in tutte le materie risulta più elevata sono la Campania (19,8%), la Sardegna (18,7%), la Calabria (18%) e la Sicilia (16%); tutte regioni che si collocano sopra la media nazionale anche per quanto riguarda la quota di giovani che abbandonano precocemente la scuola, avendo al massimo la licenza media.

Ancora una volta, allora, dai dati si evince che è soprattutto nelle regioni meridionali che emerge la coesistenza tra disuguaglianze sociali ed educative.

Per ulteriori informazioni, si rimanda alla notizia dedicata sul sito di Openpolis o all’articolo dedicato sul sito di Con i Bambini.

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