Il 21 marzo si celebra la giornata internazionale per l’eliminazione della discriminazione razziale. La ricorrenza è stata istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite tramite la Risoluzione A/RES/2142 (XXI) del 26 ottobre 1966, con la quale si esorta la comunità internazionale a incrementare gli sforzi per eliminare tutte le forme di discriminazione razziale.
La data della giornata celebrativa è stata scelta in ricordo di un episodio drammatico passato alla storia come “il massacro di Sharpeville”, quando il 21 marzo del 1960, durante una manifestazione pacifica contro le leggi segregazioniste a Sharpeville, in Sud Africa, la polizia locale aprì il fuoco su un gruppo di dimostranti, uccidendo 69 persone.
La definizione del termine “discriminazione razziale” è stata precisata dalla Convenzione internazionale sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione razziale del 1965, dove all’articolo 1 si legge che l’espressione “sta ad indicare ogni distinzione, restrizione o preferenza basata sulla razza, il colore, l’ascendenza o l’origine nazionale o etnica, che abbia lo scopo o l’effetto di distruggere o di compromettere il riconoscimento, il godimento o l’esercizio, in condizioni di parità, dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali in campo politico, economico, sociale e culturale o in ogni altro settore della vita pubblica”.
Il tema dell’edizione 2023 della ricorrenza è incentrato sull’urgenza di combattere il razzismo e la discriminazione razziale, a 75 anni dall’adozione della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.
Il diritto all’uguaglianza e alla non discriminazione sono ormai riconosciuti ampiamente e rappresentano il fondamento delle leggi sui diritti umani.
La stessa Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1948 afferma il principio di non discriminazione. In particolare, l’articolo 1 ribadisce i concetti di uguale dignità e fratellanza tra gli esseri umani, recitando “Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza“; mentre l’articolo 2 stabilisce che “Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altra genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione”.
Il diritto alla non discriminazione rappresenta anche uno dei quattro principi cardine della Convezione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, sancito dall’art. 2, in base al quale si afferma che tutti i diritti enunciati nella Convenzione devono esser garantiti ad ogni minorenne, “senza distinzione di sorta e a prescindere da ogni considerazione di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o altra del fanciullo o dei suoi genitori o rappresentanti legali, dalla loro origine nazionale, etnica o sociale, dalla loro situazione finanziaria, dalla loro incapacità, dalla loro nascita o da ogni altra circostanza” e che gli Stati sono chiamati ad impegnarsi nella tutela delle persone di età minore contro ogni forma di discriminazione.
Come anche sottolineato dall’ONU, razzismo, xenofobia e intolleranza – ancora oggi diffusi all’interno delle nostre società – sono stati alla base delle vicende più tragiche della storia dell’umanità nonché delle più gravi violazioni dei diritti umani e costituiscono il principale ostacolo alla pace, allo sviluppo, alla giustizia, al progresso dell’umanità e al raggiungimento di una pacifica ed equa convivenza sociale.
Proprio questa giornata rappresenta, allora, un’occasione preziosa per ribadire l’importanza dell’uguaglianza tra tutti gli esseri umani, come principio cardine della nostra società, per sostenere il diritto di ciascun individuo di vivere con dignità la propria vita, senza subire discriminazioni; ma soprattutto per rinnovare l’impegno verso un futuro più equo e inclusivo, in cui tutti possano godere pienamente degli stessi diritti e delle stesse libertà.
In questo contesto, l’educazione riveste un ruolo di assoluta centralità, al fine di promuovere una cultura basata sull’uguaglianza e sulla convivenza pacifica fra i popoli, nonché per costruire un mondo più equo e più giusto in cui nessuno si senta relegato a una condizione di inferiorità.
In particolare, si sottolinea che la scuola rappresenta un contesto privilegiato per la promozione di valori fondamentali come la solidarietà, l’inclusione, l’uguaglianza, la non discriminazione, il rispetto delle diversità.
La scuola, infatti, offre quotidianamente occasioni educative per sperimentare il valore della diversità e rappresenta di conseguenza un canale privilegiato dove imparare a vivere con gli altri.
Per questo diviene importante, nel contesto scolastico, favorire opportunità di scambio, di dialogo e di confronto tra gli studenti, improntate sul rispetto reciproco e sulla valorizzazione della diversità come ricchezza, stimolare e accompagnare bambine e bambini alla conoscenza e all’esplorazione di altre culture, sensibilizzare le nuove generazioni nel riconoscere e rimuovere eventuali stereotipi o pregiudizi, incoraggiare la creazione di ambienti inclusivi: i bambini che crescono interiorizzando i principi fondamentali e universali dell’uguaglianza, della solidarietà e della non discriminazione, diventeranno gli adulti consapevoli e inclusivi del domani.
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