20 novembre – Giornata Internazionale dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza. Uno sguardo sulle disuguaglianze e il loro impatto sulla salute: l’Atlante dell’infanzia a rischio 2022

Il 20 novembre si celebra la Giornata Internazionale dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, nel giorno che segna anche l’anniversario dell’adozione della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, approvata a New York dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1989 ed entrata in vigore a partire dal 2 settembre 1990. In Italia, il documento è stato ratificato il 27 maggio 1991, con la legge n. 176.

La Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza rappresenta il primo trattato giuridicamente vincolante in materia di diritti delle persone di minore età, nonché il trattato internazionale sui diritti umani maggiormente ratificato al mondo. Si tratta di un documento di assoluta importanza, poiché tale strumento ha racchiuso in un unico trattato il riconoscimento di tutta la vasta gamma dei diritti necessari per garantire il benessere dei bambini ma soprattutto ha operato una rivoluzione epocale nella considerazione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, riconoscendo, per la prima volta espressamente, tutte le persone di minore età come titolari di diritti civili, sociali, politici, culturali ed economici, che devono essere promossi, protetti e tutelati da parte di tutti.

Ancora oggi, però, bambine e bambini anche nel nostro Paese continuano a essere afflitti da gravi diseguaglianze che condizionano la loro vita, privandoli degli stessi diritti così come dell’opportunità di costruirsi un futuro migliore.

Non solo: le bambine, i bambini, le ragazze e i ragazzi colpiti dalle disuguaglianze socioeconomiche, educative e territoriali, ne subiscono l’impatto anche sulla salute e il benessere psico-fisico.

La denuncia proviene dalla XIII edizione dell’Atlante dell’infanzia a rischio in Italia, dal titolo “Come stai?”, diffuso da Save the Children in vista della Giornata mondiale dell’Infanzia e dell’Adolescenza, il quale offre una panoramica sulle condizioni di vita di bambine, bambini e adolescenti nel nostro Paese. La pubblicazione di quest’anno propone un focus sullo stato di salute di bambini e adolescenti a seguito della pandemia, con particolare attenzione alle disuguaglianze sociali, economiche e territoriali.

In particolare, l’Atlante di quest’anno sottolinea con forza la necessità di mettere la salute dei bambini e degli adolescenti al centro di tutte le scelte politiche, dalla tutela dell’ambiente urbano alle mense scolastiche, fino agli spazi per lo sport e il movimento, con specifico riguardo per il tema della salute mentale degli adolescenti, messi a dura prova dalla pandemia. 

“Questo impegno è ancor più urgente oggi, in un Paese che attraversa una difficile fase economica e che ha toccato il picco di quasi un milione e 400mila bambini in povertà assoluta. Per molti di loro, la povertà materiale ed educativa si traduce anche in povertà di salute e occorre fare di tutto per spezzare questo circolo vizioso, orientando le risorse disponibili sui territori che maggiormente soffrono queste difficoltà” ha dichiarato Claudio Tesauro, Presidente di Save the Children Italia.

In Italia, infatti, la povertà minorile ha raggiunto il massimo storico nel 2021: quasi un milione e quattrocentomila bambine e bambini vivono in povertà assoluta (con una percentuale del 14,2% di tutti i minori, che sale però fino al 16% nel Mezzogiorno). Le disuguaglianze socioeconomiche hanno ripercussioni anche sulla salute delle bambine e dei bambini, penalizzando proprio chi avrebbe più bisogno, nel proprio territorio, dei servizi di cura, prevenzione e promozione della salute e del benessere psico-fisico.

L’Atlante pone l’accento anche sulle gravi disuguaglianze territoriali che condizionano la vita dei più piccoli. Tra i dati più significativi presentati nella pubblicazione, si evidenzia che se in media in Italia la speranza di vita alla nascita nel 2021 si attesta a 82,4 anni, un bambino che nasce a Caltanissetta ha 3,7 anni in meno di aspettativa di vita rispetto a un bambino nato a Firenze (80,2 anni contro 83,9); la speranza di vita in buona salute segna poi una differenza di oltre 12 anni tra chi nasce nella provincia di Bolzano (67,2 anni) e chi nasce in Calabria (54,4 anni) 

Tuttavia, come ribadito da Save the Children, ad influenzare la salute dei bambini non è solo il sistema sanitario, ma anche tutti i determinanti sociali legati al contesto territoriale in cui si cresce, alle condizioni economiche, al livello di istruzione, all’ambiente, alle reti sociali e dei servizi.

Certamente, anche la pandemia ha avuto importanti ripercussioni sul tema della salute. Nel biennio 2020-2021, gli effetti della pandemia si sono fatti sentire fortemente: ad esempio le vaccinazioni nei primi mesi di vita hanno subito una significativa riduzione, ma le conseguenze negative della pandemia appaiono chiaramente visibili anche nel crescente disagio mentale di preadolescenti e adolescenti. A tal proposito, si segnala che secondo un’indagine condotta dalla Società Italiana di Pediatria tra marzo 2020 e marzo 2021 in 9 regioni italiane, tra il 2019 e il 2021 i ricoveri per patologia neuropsichiatrica infantile hanno subito un aumento del 39,5% (la principale causa è stata l’ideazione suicidaria, seguita da depressione e disturbi del comportamento alimentare). Occorre poi considerare che in tutto il Paese vi sono solo 394 posti letto in degenza in questi reparti, con forti differenze regionali (Calabria, Molise, Umbria e Valle d’Aosta non ne hanno neanche uno, in Lombardia ve ne sono 100). In generale, allora, emerge un bisogno di sostegno consistente che non trova però risposta.

Come evidenziato dall’Atlante, non è solo il sistema sanitario a dover assicurare la salute di un bambino; ma è l’intero ambiente di crescita, in tanti suoi aspetti, a giocare un ruolo decisivo. In questo senso, è importante ricordare che l’81,9% dei minorenni vive in zone dove la concentrazione di polveri sottili è maggiore dei valori limite indicati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come non rischiosi per la salute. Un bambino o ragazzo su 4 non pratica mai sport (3-17 anni), con una ampia forbice che va dal 45,5% della Campania al 6,9% della Provincia Autonoma di Bolzano. La povertà alimentare colpisce un bambino su 20 e di contro solo un bambino su 2 nella scuola primaria ha accesso alla mensa scolastica, per alcuni bambini invece proprio questo servizio costituirebbe l’unica possibilità quotidiana di un pasto equilibrato e proteico.

“Il superamento delle disuguaglianze nella salute dei bambini è un investimento di lungo termine, ma preziosissimo, perché sappiamo che se si cambia l’inizio della storia, si può cambiare tutta la storia” ha affermato Raffaela Milano, Direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children.

Per ulteriori informazioni si rimanda sul sito di Save the Children, alla notizia dedicata.

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