“Il Pnrr e la povertà educativa”: rapporto Con i Bambini e Openpolis sulle misure del Pnrr per asili nido, edilizia scolastica e riduzione dei divari educativi

Nei prossimi anni, la sfida principale per il nostro Paese sarà investire adeguatamente le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), soprattutto sul fronte del contrasto alla povertà educativa minorile.

Complessivamente le risorse destinate dal Pnrr al potenziamento dei servizi di istruzione ammontano a 19,44 miliardi di euro, cui si aggiungono altri interventi trasversali alle diverse missioni. Si tratta di finanziamenti che dovranno servire a ridurre le distanze con gli standard Ue e a colmare i divari interni che caratterizzano il nostro Paese.

A questo tema è dedicato il nuovo rapporto annuale intitolato “Il Pnrr e la povertà educativa” a cura dell’Osservatorio #conibambini, promosso da Con i Bambini e Openpolis nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, il quale per la prima volta analizza, in una trattazione organica, alcuni dei più significativi interventi del piano nazionale di ripresa e resilienza destinati al contrasto della povertà educativa, con focus e mappe per ogni singola regione italiana.

In particolare, il rapporto indaga le misure del Pnrr su tre aspetti chiave: asili nido, edilizia scolastica e riduzione dei divari educativi. Questi tre investimenti strategici mobilitano da soli ben 7,3 miliardi di euro.

Come evidenziato dal report, il Pnrr destina 4,6 miliardi di euro per il piano asili nido e scuole dell’infanzia, di cui circa 2,4 miliari di euro destinati agli asili nido, con l’obiettivo di creare 264.480 nuovi posti per la fascia 0-6 anni. Le risorse del bando nidi intervengono su un’offerta oggi inferiore alla soglia Ue: in Italia si contano in media 27,2 posti ogni 100 bambini 0-2 anni nel 2020, mentre l’obiettivo UE fissa la soglia minima al 33%. Occorre tuttavia precisare che il punto di partenza non è uguale per tutti; al contrario, sono presenti ampi divari territoriali, con forti criticità nel Sud (i territori sotto il 10%, come Ragusa, Caltanissetta, Cosenza e Caserta, sono tutti meridionali) e nelle aree interne. Inoltre, spesso sono proprio i territori più carenti di servizi che mostrano maggiori difficoltà nel presentare progetti, in particolare nelle regioni meridionali.

Il secondo investimento analizzato dal report è il piano di sostituzione e riqualificazione energetica degli edifici scolastici, per cui sono stati previsti 800 milioni di euro, successivamente innalzati a 1,19 miliardi, con l’obiettivo di costruire nuove scuole sostenibili e ambienti di apprendimento all’avanguardia. In particolare, si prevede la sostituzione di oltre 400mila metri quadri di edilizia scolastica, per un totale di oltre 200 scuole e una riduzione del 50% dei consumi. Questa misura, sebbene non sia l’unica prevista per il comparto dell’edilizia scolastica nei prossimi anni, è una delle più qualificanti e innovative.

Oggi il 57,5% degli edifici scolastici è dotato di accorgimenti per il risparmio energetico, ma anche qui si evidenziano importanti divari: la percentuale supera l’80% nelle province di Bergamo, Padova, Lecco, Sondrio e Vicenza; mentre non raggiunge il 20% nei territori di Crotone, Trapani e Reggio Calabria. Il 42,4% delle risorse del piano è destinato alle regioni del Mezzogiorno. Tuttavia, si evidenzia che, nonostante l’aumento di risorse disposto dal ministero, gli enti locali di 6 regioni restano comunque al di sotto dello stanziamento inizialmente previsto.

Infine, l’ultimo investimento approfondito è quello per la riduzione dei divari territoriali nell’istruzione e il contrasto della dispersione scolastica: si parla di un totale di 1,5 miliardi di euro a disposizione, che dovranno servire anche a ridurre l’abbandono scolastico dal 12,7% attuale al 10,2% entro il 2026, migliorando i dati nelle regioni in cui è più elevato, quindi soprattutto nel Mezzogiorno, dove gli abbandoni sono più frequenti e gli apprendimenti inferiori. Il 51,2% della prima tranche da 500 milioni sono previsti per il Sud e Isole. Tuttavia, si segnalano qui diversi limiti, soprattutto in riferimento alla definizione dei fabbisogni e al coinvolgimento della comunità educante.

«I fondi del Pnrr – sottolinea Marco Rossi-Doria, presidente di Con i Bambini – rappresentano realmente una grande opportunità per rilanciare un Paese, ricco e che fa pochi figli, che si permette di avere un terzo dei suoi ragazzi in povertà assoluta o relativa. Ci vuole però attenzione alla messa a terra del piano. È questa ora la priorità. Dobbiamo uscire dalla trappola della povertà educativa: la povertà economica limita le opportunità di apprendimento e di crescita sana dei minori e, viceversa, un minore apprendimento, una minore istruzione e minori opportunità generano ulteriore esclusione sociale».

Il report è consultabile sul sito di Con i Bambini, alla notizia dedicata e sul sito di Openpolis alla pagina dedicata.

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