L’Organizzazione Mondiale della Sanità, in data 5 marzo 2023, ha dichiarato la fine dell’emergenza sanitaria globale del COVID-19, iniziata nel 2020.
A seguito dell’annuncio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, Save the Children richiama l’attenzione sulle problematiche che continuano ad affliggere bambini e bambine in tutto il mondo, ponendo l’accento sul fatto che la dichiarazione della fine dello stato di emergenza internazionale per la pandemia di Covid-19 certamente non elimina le sfide che milioni di bambini a livello globale si trovano a dover fronteggiare.
Negli ultimi tre anni dallo scoppio dell’emergenza sanitaria, il COVID-19 ha sconvolto la vita di bambine e bambini, negando loro l’accesso all’istruzione, alla salute e alla protezione, amplificando le disuguaglianze globali e portando a un significativo incremento della povertà.
“La pandemia da COVID-19 e le conseguenti chiusure, il rallentamento dell’economia globale e l’interruzione dei servizi hanno provocato una crisi senza precedenti per le bambine e i bambini, mettendo a rischio la loro salute fisica e mentale, l’istruzione, la protezione e il benessere economico. Tutto questo, unito agli effetti dei conflitti e della crisi climatica, ha esacerbato le disuguaglianze esistenti e ha colpito più duramente i bambini più emarginati” si sottolinea sul sito di Save the Children.
Sebbene ora il COVID-19 non sia più ufficialmente considerato un’emergenza sanitaria di rilevanza internazionale, occorre evidenziare che molte comunità vulnerabili in tutto il mondo continuano a non essere vaccinate, aumentando così il rischio di morte e di malattie, mentre ogni giorno centinaia di milioni di bambini stanno ancora affrontando gli effetti della pandemia e probabilmente continueranno a farlo per i prossimi anni.
In particolare, secondo le stime riportate da Save the Children, 100 milioni di bambini e bambine in più sono stati spinti verso la povertà e 1,5 miliardi di minori ha visto interrotta la propria istruzione.
Oltre a questo, il rischio di malnutrizione è cresciuto su scala mondiale e nel periodo di chiusura scolastica, i bambini hanno riportato anche tassi di violenza più elevati.
Inoltre, si stima che, a causa del COVID-19, 10,5 milioni di bambini e bambine abbiano perso un genitore o una persona che si prendeva cura di loro.
La pandemia poi ha generato una crisi globale della salute mentale e a tal proposito si evidenzia che l’83% dei bambini ha riportato, come conseguenza della pandemia, un aumento di sentimenti negativi.
Il COVID-19 ha avuto quindi un impatto devastante sui più piccoli, minacciando decenni di progressi sulle sfide principali per l’infanzia come la povertà, l’accesso all’istruzione, la salute, la nutrizione, il benessere mentale e la protezione dei bambini.
“Senza un’azione globale immediata, anni di progressi per i bambini saranno definitivamente cancellati, rendendo irraggiungibili gli Obiettivi di sviluppo sostenibile 2030 delle Nazioni Unite”, ha affermato Zaeem Haq, direttore medico globale di Save the Children, aggiungendo infine “È fondamentale che tutti i governi diano priorità e investano nella salute fisica e mentale, nella nutrizione, nel benessere, nella protezione e nell’apprendimento dei bambini e si impegnino a investire in sistemi di rilevamento precoce dei focolai e in una solida preparazione alle pandemie, a rafforzare i sistemi sanitari e a garantire l’accesso universale all’assistenza sanitaria”.
Per approfondimenti, si rimanda sul sito di Save the Children al comunicato stampa dedicato.
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