I tassi di iscrizione scolastica e universitaria di bambini, adolescenti e giovani rifugiati registrano livelli preoccupanti.
È quanto emerge dal Rapporto 2021 su rifugiati e istruzione, dal titolo “Staying the Course: The Challenges Facing Refugee Education” pubblicato dall’UNHCR – Agenzia ONU per i Rifugiati –, il quale mette in evidenza importanti criticità nell’accesso all’istruzione per i rifugiati.
Il rapporto mostra come i giovani rifugiati in tutto il mondo stiano cercando di proseguire il proprio percorso di studi, nonostante le gravi difficoltà causate dalla pandemia di COVID-19.
I dati contenuti nel nuovo Rapporto rivelano che, nel periodo compreso tra marzo 2019 e marzo 2020, la percentuale di rifugiati iscritti alla scuola primaria è stata del 68%. Tuttavia, con l’avanzare dei gradi di istruzione il quadro peggiora rapidamente e l’iscrizione dei rifugiati crolla.
I dati raccolti dall’UNHCR in 40 Paesi, infatti, suggeriscono che nel 2019-2020 la percentuale di rifugiati iscritti alle scuole secondarie è stata solo del 34%. In quasi tutti i Paesi, tale percentuale risulta inferiore a quella registrata tra i bambini della comunità ospitante.
Eppure, gli anni della scuola secondaria dovrebbero rappresentare un importante momento di crescita, sviluppo e opportunità poiché – come afferma l’UNHCR – «conseguire un diploma migliora le prospettive di lavoro, la salute, l’indipendenza e le capacità di leadership dei giovani vulnerabili, riducendo il rischio di ricorso al lavoro minorile».
Infine, nel Rapporto si evidenzia un elemento positivo in merito al numero di rifugiati che accedono a percorsi di istruzione superiore: secondo gli ultimi dati a disposizione, per l’istruzione superiore, le iscrizioni hanno registrato un aumento di 2 punti rispetto all’anno precedente, attestandosi al 5%. Tale aumento rappresenta una possibilità di cambiamento e sviluppo per migliaia di rifugiati e per le loro comunità, ma anche un segnale di speranza e incoraggiamento per tutti i rifugiati più giovani che si trovano a confrontarsi con enormi sfide per poter accedere ad un’istruzione.
Tuttavia, occorre anche segnalare che il livello di iscrizione all’istruzione superiore rimane ancora piuttosto basso se paragonato alle cifre globali.
I progressi ottenuti nel campo dell’istruzione, poi, sono fortemente minacciati dalla pandemia in corso, la quale ha creato maggiori criticità nell’accesso allo studio dei giovani rifugiati, rischiando così di vanificare le prospettive di dare loro l’istruzione che meritano e di cui hanno bisogno.
Se, infatti, è noto che l’emergenza sanitaria sia stata estremamente destabilizzante per tutti i bambini, in riferimento ai giovani rifugiati – già costretti ad affrontare significativi ostacoli per accedere a scuola – ha ridotto ulteriormente le opportunità di studiare e, in molti casi, ha messo a rischio la stessa possibilità di portare a termine gli studi.
A tal proposito, le stime degli uffici dell’UNHCR in 37 Paesi riferiscono che gli studenti rifugiati, da marzo 2020 a marzo 2021, hanno perso in media 142 giorni di scuola a causa della chiusura di scuole, università e altre istituzioni.
A fronte del quadro evidenziato, l’UNHCR ha lanciato un appello, chiedendo agli Stati di garantire il diritto all’istruzione secondaria per tutti i bambini, compresi i rifugiati, e di assicurarsi che essi vengano inclusi nei sistemi educativi nazionali e nei piani di offerta formativa.
Inoltre, gli Stati che ospitano un numero consistente di persone costrette a fuggire hanno bisogno di supporto per creare servizi e infrastrutture: occorrono più scuole, materiali didattici appropriati, formazione degli insegnanti su materie specifiche, programmi per le ragazze adolescenti e investimenti in tecnologia e connettività per colmare il divario digitale.
Il Rapporto completo “Staying the Course: The Challenges Facing Refugee Education” è disponibile qui.
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